Taggato: Autonomic Nervous System, Eccrine Glands, Elettrocardiography, Galvanic Skin Response, Heart Rate Variability, Pain, Pain O Meter, Parasympathetic, Photopletysmopraphy
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31 Marzo 2019 alle 11:14 #5043
theremino
Amministratore del forumPer Maurizio
La punta R è la parte più definita della forma d’onda. Quindi conto di individuare il punto esatto in cui la pendenza passa da positiva a negativa, naturalmente tenendo conto che possono esserci artefatti e rumore. Qualunque algoritmo, per quanto complesso, non può fare di meglio di questo, anzi per mia esperienza gli algoritmi complessi funzionano bene solo in teoria, ma appena i dati si imbruttiscono sono i primi a cedere.
Nei giorni prossimi lo scriverò come ho annunciato qui sopra, ma resta sempre la possibilità di modificarlo. La funzione SaveRRfile è semplice e ben definita, per cui potrai copiarla, cambiarle nome e modificarla a piacere. Facendo una copia della funzione avrai anche la possibilità di ripristinare la mia e confrontarle.
1 Aprile 2019 alle 13:08 #5047mau22
PartecipanteLivio, come sempre il tuo punto di vista è condivisibile per semplicità ed efficienza.
Hai la mia piena adesione.Ciao
Maurizio4 Aprile 2019 alle 12:58 #5057lorenzo58sat
PartecipanteBuongiorno a Livio e Maurizio.
E’ da un po’ che non vi sento e vi aggiorno su alcune cose.
Ho montato il Theremino Master V5 in una scatoletta plastica insieme al modulo AD 8232.
Ho installato il programma per ECG (ultima versione postata da Livio) e quindi acquisito un ECG con elettrodi adesivi per circa 6 minuti.
Poi ho attivato Kubios standard e fatto leggere il tracciato.
Sembra tutto OK. e molto interessante davvero. Devo fare altre misure per precedere alla verifica della <efficacia clinica> del sistema nel suo complesso.
Vi suggerisco specificamente di leggere questa pagina https://www.kubios.com/about-hrv/ presente sul sito degli amici finlandesi. Ho trovato il contenuto molto interessante per il perfezionamento dell’algoritmo di misura degli intervalli RR. Come si legge sembra ottimale l’accuratezza di 1-2ms nella misura.
Per il rilevamento dei picchi R usano considerare anche l’ampiezza del segnale oltre che nel “preprocessing” la analisi del fronte di salita e discesa del tracciato.
Non so se Livio ha previsto questo. Sinceramente credo che lo abbia fatto perché ho osservato che nelle registrazioni ECG del Theremino l’intervallo RR non viene calcolato quando si hanno registrazioni <sporche> da grossolani artefatti.-
Questa risposta è stata modificata 3 anni, 11 mesi fa da
lorenzo58sat.
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4 Aprile 2019 alle 14:11 #5060theremino
Amministratore del forumNella visualizzazione in tempo reale c’è un controllo automatico della ampiezza che migliora un po’ il riconoscimento, ma se ci sono forti disturbi è difficile capire dove è il picco R.
Non modificherei quella parte, che serve solo come indicazione immediata e va bene anche se è approssimativa. Inoltre in quel punto, avendo a disposizione solo i campioni passati i filtraggi sono meno efficienti.Concentrerei invece gli sforzi nella nuova funzione chiamata dal pulsante “Save RR file”. In questa funzione si hanno a disposizione tutti i campioni, uno ogni due millisecondi, ed è il posto giusto per scrivere il migliori algoritmi che riusciremo a fare. Io ho già fatto alcune prove ma non ho ancora ottenuto niente di utile. Consiglio anche a Maurizio di fare delle prove, la funzione è ben definita e facile da maneggiare e forse lui potrebbe trovare dei metodi migliori di quelli che sto provando io.
4 Aprile 2019 alle 23:28 #5064mau22
PartecipanteCiao Livio e Lorenzo.
Mi piacerebbe molto mettere mano alla sezione del programma che si occupa dell’estrazione RR e fare un po’ di esperimenti.
Purtroppo, a causa di un lavoro in trasferta in ritardo nella consegna, nei giorni feriali lavoro dalle 7 alle 21, e nei festivi tra impegni familiari e dovuto riposo non mi avanza tempo.Dopo avere letto l’intervento di Livio, relativamente ai disturbi, il primo pensiero è che l’analisi dell’ampiezza può essere vincolata a una durata minima.
Suppongo che i disturbi abbiano una durata inferiore a quella della curva R.
Inoltre, la pendenza della curva nel caso normale è certamente più dolce di quella di un transitorio.
Per finire, è ragionevole ritenere che la durata di un intervallo RR sia sempre compresa entro i limiti standard della frequenza cardiaca normale.
Utilizzando più sistemi di selezione in successione sul file RAW, probabilmente si possono ridurre drasticamente gli errori di riconoscimento.
Ora vado a leggermi il ink di Lorenzo, poi devo proprio dormire…4 Aprile 2019 alle 23:48 #5066lorenzo58sat
PartecipanteIo sono ancora qui che lo studio quel link. Oggi ho fatto 5 misure (acquisizioni perfette) poi di botto il sistema AD8232 ha cominciato a dare i numeri (interferenze? autooscillazioni?). Boh. Comunque risultati interessanti anche se qualcosina non mi torna.
5 Aprile 2019 alle 9:21 #5068theremino
Amministratore del forumSia per Maurizio, che per Lorenzo,
i “disturbi” sono causati principalmente dagli elettrodi che toccano male.
In parte sono anche causati dalle correnti elettriche dei movimenti muscolari.
E, a volte, possono anche essere causati da uno smartphone che si trova nella stanza (anche se non in conversazione).I disturbi non sono brevi, sono grandi e lente ondulazioni sia della posizione verticale che della ampiezza del segnale. La loro durata è anche di molti cicli RR e sommergono completamente il segnale. A volte lo stravolgono al punto che nessuna correzione potrebbe ricostruirlo.
Per eliminare i disturbi di un EEG bisogna mettere a terra il paziente, farlo stare fermissimo, migliorare il contatto degli elettrodi e pulire bene la pelle.
Naturalmente tutto questo è incompatibile con misure sotto sforzo per cui io sono convinto (già da tempo) che, per determinare la frequenza cardiaca e i tempi RR, le misure ottiche siano migliori.Nei documenti che avete linkato scrivono che i tempi RR fatti con misure ottiche sono più lunghi o più brevi di quelli fatti con misure elettriche.
Chi ha scritto questo ha preso un grosso abbaglio, la frequenza non può che essere la stessa e i tempi anche.
La differenza sta solo nei disturbi che però, secondo tutte le mie prove, sono minori con le misure ottiche (soprattutto se il paziente si muove o addirittura corre).5 Aprile 2019 alle 14:37 #5070mau22
PartecipanteCiao Livio.
Di primo acchito, non sono d’accordo con la tua opinione sulla lettura ottica.
Il ritardo introdotto tra lo stimolo elettrico letto nel cuore e la variazione di pressione letta con il sensore ottico è variabile a seconda dell’attività fisica.
Se muovo verso l’alto il braccio al quale ho collegato il sensore, e lo faccio in un tempo inferiore a quello di RR, molto probabilmente la lettura sarà in ritardo, e se poi lo muovo verso il basso, la lettura sarà meno ritardata.
Se leggo la frequenza cardiaca come media di letture successive, ottengo un valore attendibile.
Ma se leggo la HRV, che si basa su singole letture, i valori RR saranno alterati. -
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