#4906
lorenzo58sat
Partecipante

Allora cerchiamo di inquadrare bene le risposte a tutte le tue domande senza scendere in dettagli troppo complessi ma molto pratici.
1) la soluzione del deviatore è quella che ho usato per prima nei miei esperimenti. Funziona perfettamente ma introduce nel sistema un rumore pazzesco. Ricordati che il segnale più intenso in un ECG ha un valore di 1-2mV (complesso QRS) e che molto significativi sono i valori in ampiezza dell’onda Q e T la cui analisi morfologica è essenziale per una corretta interpretazione del tracciato. Sono segnali di intensità 10 volte inferiori ad 1-2 mV e devono essere ottenuti puliti e senza alterazioni. IL SEMPLICE TREMORE MUSCOLARE viene registrato nel tracciato come un fattore di disturbo enorme. Sai quanto tempo si perdeva nel passato per ottenere una registrazione pulita? Ok il deviatore funziona e costa poco ma basta che qualche lamella di contatto si ossidi che ti passa la voglia dopo 2gg di frustranti tentativi.
2) per gli elettrodi di misura e di riferimento il discorso va fatto in modo ordinato:
2a) tutti gli elettrodi ai 4 arti hanno la stessa dimensione di superficie. Anche oggi gli ECG usano le pratiche pinze con i codici a colori come una volta.
2b) gli elettrodi precordiali oggi sono tutti adesivi mentre una volta erano a pompetta (questi erano una coppetta metallica contigua ad una pompetta di caucciù che se strizzata generava il vuoto sotto di sé facendo aderire la pelle alla coppetta metallica). Era un delirio. Nel bel mezzo della registrazione c’era sempre qualche derivazione precordiale che si staccava per perdita di aderenza … e ricominciavi tutto daccapo!
2c) la pelle a contatto di TUTTI gli elettrodi doveva essere bagnata con soluzione salina per abbassare la resisitività. Siccome poi l’uomo è un primate … ci sono anche soggetti pelosi che andrebbero rasati prima di applicare gli elettrodi (capita spesso)
2d) il dimensionamento e la posizione degli elettrodi sono 2 parametri delicati, vediamo perché. Immagina un elettrodo come una antenna. La sua capacità di captare un segnale dipende dalla sua dimensione e dalla distanza del segnale. Il segnale elettrico emesso dal cuore viaggia per tutto il corpo umano ed arriva fino all’ultima falange di una mano o di un piede, ma con il percorrere la strada si smorza e diviene più debole. Ok chiaro? D’altro canto un elettrodo di misura posta ad 1 metro di distanza dal cuore “vede” una area cardiaca più vasta. Quindi la superficie (in cm2) di un elettrodo, la sua distanza dal cuore, l’intensità del segnale elettrico generato e la conduttività della pelle (ultimo elemento da attraversare prima di arrivare alla superficie metallica dell’elettrodo) sono tutti elementi che influiscono moltissimo sulla efficienza del sistema. Tieni come esempio presente gli steradianti nella emissione di un LED … qui il discorso è simile anche se funziona all’incontrario.
2e) gli elettrodi a pinza non hanno difetti. Quelli a ventosa fanno sempre casino. Quelli adesivi sono ottimi ma costosi (di questi poi ce ne sono vari tipi, ma lasciamo perdere).
3) la derivazione D1 di Einthoven è perfetta. È quella che vede il cuore a 0 gradi secondo un vettore che va dalla mano dx alla mano sn. Puoi avvicinare gli elettrodi di misura fino sulla gabbia toracica. A questo punto immagina un triangolo equilatero ideale sul torace con al centro il cuore. Metti sul vertice di sinistra l’elettrodo di misura positivo, su quello di destra l’elettrodo di misura negativo ed in basso quello di riferimento. Questo ultimo puoi metterlo anche dietro il torace, in basso sotto il polmone. Funziona benissimo anche lì (anzi forse meglio ancora).
4) Quando fai attività fisica il corpo umano suda sempre nei posti sbagliati e gli elettrodi si staccano anche se sono di buona qualità. Opportuno scegliere zone a minore traspirazione cutanea.
5) La derivazione D1 è perfetta per la rilevazione della HRV potrebbe andare bene anche D2. Escluderei D3.

Se continuo così … mi cancellate d’ufficio dal blog. Ne sono sicuro.