
Per me il significato di conoscenza è spiegabile con un esempio.
Se viaggi in macchina la vista della montagna che ti sta davanti è completa, in queste condizioni, basandoti su quello che vedi, saresti indotto a pensare che conosci tutto della montagna che ti sta di fronte.
Viaggiando ancora un pò il panorama si è ristretto ai lati ma, in compenso, essendoti avvicinato alla montagna hai approfondito la visione, nuovi particolari si sono aggiunti.
Particolari che comunque non avevi avuto nemmeno la percezione che esistessero.
Ad ogni passo in più verso la montagna è un passo in più nell’approfondire la visione, certo a scapito dei margini della visione, non si può avere tutto dalla vita.
Il mio consiglio è, fissati inizialmente una direzione, viaggia per raggiungerla ma, mantieni la mente aperta e conserva la curiosità di un bambino.
Se nel tragitto dovessi essere affascinato da qualche cosa che ti si presenta davanti, non fissarti sull’obbiettivo iniziale, fai una deviazione e segui quello che ti affascina al momento.
Una volta che hai visto il nuovo obbiettivo puoi sempre decidere se continuare la nuova strada o ritornare al vecchio obbiettivo.
Studiare quello che al momento ti interessa è assai più semplice che studiare qualcosa che al momento non ti interessa.
Col tempo gli obbiettivi raggiunti aumentano sempre più ma, ti renderai conto che gli obbiettivi da raggiungere sono aumentati in maniera esponenziale.
Agli occhi degli altri sarai uno che ha visto tantissimi luoghi, ai tuoi sei sempre quello che ha tantissime cose ancora da visitare e freme per la voglia di raggiungere l’ultimo obbiettivo momentaneo che si è prefisso di vedere.